PROGETTO CICLOVIA ANTICHE PALUDI BOLOGNESI
Pedalata in antiche zone paludose bonificate, costruzioni medioevali, assaggi di vita contadina passata e presente.
Per chi ama il cicloturismo o anche il solo semplice andare in bicicletta, capita di cercare nuovi spunti e percorsi.
Mi sono imbattuta in questo progetto della “ciclovia antiche paludi bolognesi” grazie alla conoscenza con Renzo Toni che mi ha coinvolta in una sua manifestazione e mi ha mosso la curiosità. Sono guida ambientale escursionistica, mi occupo soprattutto di collina e Appennino Tosco Emiliano e la pianura fino ad ora non mi aveva particolarmente attratta ma ho sentito l’entusiasmo di Renzo per questo progetto e mi sono fatta coinvolgere.
Sono andata a fare un paio di sopralluoghi nelle zone da lui indicatemi e la prima volta sono rimasta colpita dall’ INOSPITALITA’ del luogo: tanti cartelli di divieto di accesso in aree che nascondono siti di interesse comunitario e biotipi di ripristino ambientale. Mi ero addentrata in una di queste proprietà private in cerca di qualcuno che mi spiegasse il motivo di tale chiusura e l’ho trovato. La risposta che mi è stata data è questa: non vogliamo che le persone vengano a disturbare questi luoghi con il loro poco rispetto della natura, inoltre sono luoghi di caccia e si rischia di prendersi una fucilata.
Insomma visto le premesse non ho ribattuto in quanto mi trovavo già in una situazione di invadenza ma accompagnare persone con guide organizzate e in periodi non di caccia, insegnando l’educazione e il rispetto per la natura e le persone che ci lavorano può essere un valore aggiunto per quei luoghi.
Non contenta ci sono ritornata e su indicazione di Renzo ho seguito il percorso che mi ha suggerito e che descriverò nelle prossime righe.
Ilaria Gallino – Guida Ambientale Escursionistica – https://www.facebook.com/GallinoIlaria/
SELVA MALVEZZI, OASI BARADANA, OASI BOSCOSA, SELVA MALVEZZI
Ci troviamo nel comune di Molinella nella frazione di Selva Malvezzi.
E’ un luogo che sorprende: dal nulla di strade di campagna ci si trova immersi in uno scenario medioevale di caratteristici borghi con palazzi signorili. Carlo Malvezzi intorno alla metà del XV secolo acquistò queste terre, le bonificò e le utilizzò per l’agricoltura. Qui a Selva Malvezzi è possibile vedere il palazzaccio, il palazzo del governatore e il palazzo dei conti Malvezzi.
PALAZZO DEL GOVERNATORE
In questi luoghi troviamo lembi di bosco che di sicuro nel passato prevalevano rispetto ai campi, anche il nome “Selva” in sé fa riecheggiare ricordi di un bosco esteso e successivamente ridotto per bonificare l’area e far prosperare l’agricoltura.
I campi coltivati, la distesa infinita della pianura possono solo fare immaginare come la vita dei contadini, delle mondine e di chi lavorava alla fornace di Filo d’ Argenta fosse scandita dalla fatica e dalle stagioni.
Nel 1949 gli operatori agricoli aderirono allo sciopero generale di tutta Italia e in queste campagne morì Maria Margotti colpita dalla raffica di una mitraglia sparata da un carabiniere.
A ricordo di Maria Margotti all’ ingresso del borgo
Un altro tempo che tutt’ora mi risuona nelle orecchie con la frase di mia nonna Argia che mi ripeteva: ”che ne vuoi sapere tu della fatica che non hai mai neanche lavorato la canapa”.
Lascio il borgo con il palazzo del governatore e mi dirigo verso via Barabana seguendo l’itinerario delle zone umide della bassa bolognese.
Seguo la freccia verso via Baradana e subito vengo accolta da questo cartello:
Proseguo nella speranza di incontrare qualcuno per avere chiarimenti ma non incontro nessuno e non sento spari (per fortuna).
Arrivo al cancello della Valle Barabana chiuso e con divieto di accesso e proseguo fino alla confluenza del torrente Quaderna nel torrente Idice.
In questo tratto la strada è di terra battuta.
Valle Barabana
Anche se non ci possiamo addentrare nei biotopi e ripristini ambientali di Medicina e Molinella perché zone venatorie con divieto di accesso, possiamo vedere alzarsi in volo tra i campi gli aironi cenerini, le garzette, i germani e se siamo fortunati anche le cicogne che sorvolano queste zone per poi tornare nei loro nidi all’ oasi la Rizza a Bentivoglio.
Proseguo il giro e seguendo le indicazioni di Renzo svolto in via Orioli ma arrivata alla tenuta Barabana, Romeo il proprietario, mi dice che oltre non posso andare perché proprietà privata!
Romeo mi racconta della fatica del coltivare i campi, mi descrive i vari appezzamenti coltivati a patate, soia, cipolle, erba medica e grano. Mi parla dei cinghiali che gli rovinano il raccolto, dei lupi che gli hanno ammazzato un vitello e della paura che di notte gli rubino l’attrezzatura perché non ha una rimessa per tenerla e la tiene nel cortile.
Avrebbe anche bisogno di una mano ogni tanto. Mi dice che lui è Veneto, di Montecchio Maggiore ed è lì che nasce la storia di Giulietta e Romeo e che Verona non c’entra nulla. Tra le altre cose mi racconta di avere una sorella gemella che si chiama Giulietta.
Insomma un po’ di vita vera, e nel salutarlo gli chiedo:” se ripasso di qua posso venire a trovarti?” e vedo la sua risposta affermativa nei suoi occhi che si illuminano prima ancora di rispondere con la voce.
Torno indietro rispettando il cartello di proprietà privata e divieto di accesso e torno su Via Durazzo, svolto a sinistra e dopo poco alla mia sinistra in un campo vedo un campanile. E’ del XV secolo ed è tutto ciò che rimane dell’antico borgo di Durazzo che si sviluppava intorno al campanile.
Svolto su via Boscosa e per curiosità giro nella strada da cui sarei dovuta sbucare se non fosse stato per il cartello di proprietà privata. Faccio qualche centinaio di metri prima di incontrare la catena e i cartelli che mi invitano a non proseguire. Ritorno su via Boscosa e come per la Valle Barabana anche qui trovo un cancello chiuso con su scritto Valle Boscosa.
Valle Boscosa
Torrente Idice
Supero il torrente Idice e riprendo la strada per Selva Malvezzi.
NOTE
LUNGHEZZA: 15KM
DURATA: 1 ORA
DISLIVELLO: 17 MT
Difficoltà: Facile
Portarsi una scorta di acqua perché non se ne trova sul percorso.
Evitare di accedere alle proprietà private.
Percorso da evitare nelle zone calde della giornata perché esposto al sole.
Percorso percorribile anche da handbike e tandem.
E’ prevalentemente in asfalto con qualche tratto di sterrato battuto.
DATI TECNICI
Percorso di sopralluogo
Percorso reale – Mappa interattiva